il Daniele
“Mi piace vivere con calma. Lentamente. E con calma. Ripeto le cose molte volte. Lentamente. Ripeto le cose molte volte. Vero? Vero?Vero?”
Poche parole, ma di sostanza.
Pochi sorrisi, ma pieni di felicità.
E a Febbraio...si trasforma!
“Facciamo a chi ride prima?”
Se questa domanda ve la fa l’Enrico, mi raccomando, rispondete di no!
Avete già perso.
Sornione e attentissimo ad ogni dettaglio, l’Enrico si aggira per il nostro vigneto con fare indolente, godendosi il sole come chi sa godersi le piccole cose della vita.
Poche parole, ma di sostanza.
Pochi sorrisi, ma pieni di felicità.
In vigna non è uno che macina chilometri. Ma state pur certi che nelle viti dove passa l’Enrico non ci sono infestanti che resistono.
A Febbraio poi, l’Enrico si trasforma! Canta, saltella, a volte accenna anche qualche passo di danza.
Cosa mai?
La neve? I dolci di Carnevale?
No! Sanremo!
Ogni settimana, alla fine del lavoro nel campo, il Daniele si volta verso gli altri vignaioli e lentamente, ma immancabilmente, domanda: “Quando beviamo il vino così siamo tutti brilli? Quando beviamo il vino? Così siamo tutti brilli? Così siamo tutti brilli?”
L’Enrico è il FantaSanremo fatto persona. È la fusione tra Pippo Baudo e Amadeus.
Nella settimana del festival il nostro serissimo vignaiolo abbandona ogni concentrazione sulle uve di Tribola.
Esistono solo i fiori dell’Ariston.